Cosa è cambiato per l’enoturismo oggi? @letishanotonlywine ci racconta come il mondo del Travel si adatta a nuove modalità di (ri)scoprire il vino

Dire che il 2020 è stato un anno difficile, è ormai una banalità. Ha colpito tutti indistintamente, ed è giunto il momento di porsi delle domande sul futuro. Come andranno le cose d’ora in avanti? 

“Del doman non v’è certezza” scriveva Lorenzo il Magnifico nel XV secolo. È un tema certamente molto discusso al momento, nei confronti del quale non tutti hanno aspettative che possano definirsi positive.

Eppure, in questo quadro ancora non proprio roseo, c’è qualcosa di sorprendente: il mondo dell’enoturismo guarda al futuro con ottimismo. Questo è quanto emerge dal sondaggio operato da winetourism.com

Un risultato davvero interessante.

Infatti, sebbene il 2020 abbia mietuto vittime anche tra i vignaioli, i dati raccolti offrono un quadro tutto sommato molto incoraggiante. In Italia, (che rappresenta quasi il 40% delle realtà mondiali chiamate a partecipare al sondaggio), abbiamo persino un 2% di aziende vinicole che hanno dichiarato di prospettare un aumento del guadagno nel 2020*.

*(dati raccolti tra il 16 e il 23 Novembre 2020)

vigna enoturismo vino del lazio

E come è possibile questo?

Forse è il caso di osservarle più da vicino. Esaminare l’operato di quel 2% durante il 2020 potrebbe permettere di estrapolare delle linee guida importanti. Potrebbero perfino aiutare nel definire un modello di best practice da poter applicare a propria volta.

Qual è dunque la principale discriminante che emerge dall’analisi portata avanti da winetourism.com?

Limitare la suscettibilità alle influenze esterne. Sì, ma in che senso?

Questo dato è intimamente legato alla successiva domanda riportata nel sondaggio, ovvero, l’andamento del turismo internazionale rispetto all’anno precedente. Quasi il 50% delle aziende ha riscontrato un crollo superiore al 90%.  Cosa ci dice questo dato?

Che in assenza del turismo internazionale, quelle imprese vinicole che fondano i loro ricavi su di esso, hanno scarse possibilità di sopravvivere.  Qual è stata allora l’arma vincente di quella piccola porzione che è riuscita invece a compensare in qualche modo?  

Il turismo locale. 

Perché non ci ho pensato prima? Si starà chiedendo qualcuno di voi. 

La risposta è molto semplice: di solito agli italiani non interessa la realtà italiana. Questo 2020 però, gioco forza, ha riportato l’attenzione entro i confini nazionali. Eccola lì, la chiave di volta. 

Rivolgersi al pubblico interno. 

Ed è proprio qui che entra in gioco la DMO. Chi come me appartiene al mondo del turismo, conosce senza dubbio le DMC.  Ma la differenza qui è sostanziale.

Se le DMC sono essenzialmente aziende (Destination Management Company) che offrono servizi turistici legati essenzialmente ad uno specifico territorio, la DMO (Destination Management Organization) è invece un’organizzazione senza scopo di lucro. 

La sua missione è quella di promuovere una determinata destinazione turistica coadiuvando la collaborazione dei vari operatori della filiera, mettendoli in comunicazione fra loro. Ad ogni modo, quello che appare assolutamente chiaro è la necessità di espandere l’offerta. 

Sì, ma come? 

Rivoluzionando, ripensando, rimodellando comunicazione, servizi, fruibilità e appetibilità. Basta riflettere su quanto è accaduto nel corso dell’ultimo anno. 

Quante realtà hanno dovuto ripensare e riadattare la propria attività per conformarla alle restrizioni vigenti? Smart-working, webinar, attività online, e via discorrendo. 

La risposta viene dunque automatica: offrire qualcosa che possa coinvolgere “a distanza” di sicurezza. In quest’ottica, di grande successo sono state le degustazioni virtuali e online

Con o senza sommelier, con packaging di degustazione studiato ad hoc ed inviato direttamente a casa, video con suggerimenti o indicazioni di degustazione o una vera e propria live session di degustazione. Blind tasting, blogger tasting online, wine community, legate o meno ad una cantina, una denominazione, o animate dal semplice amore per il vino, queste iniziative hanno preso quota, e hanno riscontrato grande successo nel pubblico. 

In modo particolare i giovani, nati e cresciuti in un mondo digitale, si adattano con molta facilità alla fruizione di questi servizi via internet.

Quest’analisi ci rivela anche come una porzione sempre più importante di giovani (ma anche di giovanissimi) si stia avvicinando al mondo del vino, diventando parte integrante del futuro dell’enoturismo

Quale altro dato emerge da questa riflessione?  La necessità di rivolgersi a questo pubblico di potenziali fruitori di servizi enoturistici, progettando esperienze su misura. 

Perché se è vero tutto questo, è anche vero che il turismo è cambiato. 

Nel corso dell’attuale biennio avremo una sempre maggiore attenzione a ciò che è relativamente vicino, identificato come local, ciò che è percepito come autentico e che si pone come un’esperienza

Un’esperienza che lasci un ricordo “tattile”, concreto. Che ci dia la sensazione di aver preso parte, e in prima persona, a qualcosa.  L’esperienza vede gli utenti come degli “attori”, non come dei semplici turisti. 

E qual è il tipo di esperienza che va per la maggiore? Senz’altro, la più godereccia. 

Stiamo parlando dell’esperienza enogastronomica. 

I dati ci confermano che il ruolo dell’enogastronomia nel turismo si farà sempre più centrale, come denota Roberta Garibaldi, rilevando un ricco 71% di potenziali turisti in cerca esperienze enogastronomiche memorabili.

I tempi sono maturi per offrire a questa percentuale una variegata scelta di opzioni.

Per riassumere quanto detto, appare ormai chiaro che il futuro dell’enoturismo è legato in maniera quasi indissolubile a tre pilastri fondamentali:

  • L’espansione della sua presenza ed offerta digitale
  • La necessità di differenziare l’offerta enoturistica anche in termini esperienziali
  • Inclusione dei mercati “di prossimità” 

Del resto, l’identità stessa del vino è mutevole nel tempo. Ciò che assaggiamo oggi non sarà lo stesso fra un anno o due. 

Come potremmo dunque pensare che il mondo che vi ruota attorno resti sempre uguale a sé stesso nello scorrere del tempo?


Letizia Porcini | Travel Designer
Laureata in lingue e culture moderne e contemporanee all’università degli studi Roma 3
5+ anni di esperienza nel settore travel 
Wine travel influencer su Instagram (@letishanotonlywine)


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